Leonora Carrington non è una illustratrice, ma una pittrice surrealista che scelgo anche come ispirazione per quanto riguarda la estetica delle sue opere e le forme dei suoi personaggi. Ha realizzato attraverso memorabili opere visionarie il sogno più grande della sua vita: dare consistenza a illusioni, ombre, desideri e aprire un varco nelle pieghe più oscure dell’animo umano in un continuo processo di conoscenza, cambiamento, morte e rinascita.
Nel 1939 Leonora Carrington precipita in un incubo da cui riuscirà a riemergere, per comminciare da zero, solo alcuni anni dopoo, in un’altra parte del mondo.
In Messico, dove Carrington vive per quasi 7 anni a partire del 1943, concepisce una personale visione del mondo che, attraverso una serie di appunti esoterici, inizia a trascrivere nelle sue opere. Approfondisce gli studi di alchimia, si accosta al budhismo tibetano, all’ermetismo e a la cabala ebraica: s’interessa alla psicologia junghiana ed é sopratutto atratta dal processo della metamorfosi spirituale. I suoi quadri e i suoi testi diventano elaborazione di sogni, visioni che la visitano di giorno e di notte. «Per me i sogni possegono alcune qualità che é fondamentale conoscere. Talvolta uno stesso sogno contiene messaggi che vanno a toccare punti differenti del nostro mondo interiore. Ho trovato molto interessante la definizione dell’ombra di Jung, riflesso negato dall’ego ma elemento imprescindibile per una conoscenza completa dell’essere. L’ombra può considerare il primo archetipo, la porta reale della comprensione.»
Leonora Carrington gioca a mischiare le differenti dimensioni dell’esistere, le deforma e ne stravolge con sapienza e contenuti. Un gioco che le ha permesso di accedere al mondo sotterraneo dove, dice lei, può entrare e uscire a suo piacimento.