
Gravedad distorsionada – S. Dalí

Puerta Casa Milà, Barcelona – A. Gaudí

Surrealismo

Relativity – Escher

Misterio y melancolía de una calle – De Chirico

Le Blanc-Seing – Magritte

Antoni Tapiès



Arte y literatura – Loren Entz
Gravedad distorsionada – S. Dalí
Puerta Casa Milà, Barcelona – A. Gaudí
Surrealismo
Relativity – Escher
Misterio y melancolía de una calle – De Chirico
Le Blanc-Seing – Magritte
Antoni Tapiès
Arte y literatura – Loren Entz
“El Universo es un libro escrito en el lenguaje de las matemáticas , siendo sus caracteres triángulos, círculos y otras figuras geométricas, sin las cuales es humanamente imposible comprender una sola palabra, sin ellos solo se conseguirá viajar por un oscuro laberinto.” GALILEO GALILEI
Resulta interesante descubrir como un artista reconocido internacionalmente por sus universos geométricamente imposibles y por sus composiciones de motivos reconocibles complementarios sobre el plano, casi imposibles de imaginar, encontrò su inspiracion inicial en la arquitectura árabe, en concreto en los mosaicos nazarìes de la Alhambra de Granada (España).
Los árabes tienen una gran influencia sobre la aritmética y la astronomía de nuestra era. A ellos les debemos además los símbolos de las cifras que hoy conocemos.
Es en la Alhambra donde la geometría árabe alcanzará su culminación a nivel estético. Los mosaicos de la Alhambra son verdaderas joyas geométricas, auténticos poemas de formas. La singularidad de los mosaicos árabes es que ningún punto es singular. Este efecto se consigue utilizando motivos simétricos y rellenando todo el plano de forma que sea uniforme y no haya ningún elemento diferenciador (según la cultura musulmana, solo Alá es Uno y su representación no está permitida).
Los motivos de los mosaicos siempre son obtenidos mediante la geometría dinámica basada en movimientos en el plano a partir de polígonos regulares. Veamos algunos ejemplos visualmente.
Ejemplo 1: un cuadrado se transforma en una forma de ‘hueso’:
Ejemplo 2: un rombo se convierte en pétalo.
Ejemplo 3: un cuadrado se convierte en pez volador.
Ejemplo 4: un triángulo equilátero se convierte en la pajarita nazarí:
Ejemplo 5: solapamiento de cuadrados o sello de Salomon:
La Alhambra ha inspirado a muchos artistas a lo largo de la historia, pero en particular fue el artista holandés Moritz Cornelius Escher que en el verano de 1936 visitó la Alhambra y quedó cautivado de los mosaicos de la Alhambra de los que realizó numerosas copias y apuntes.
Seguramente estos mosaicos fueron en el germen de lo que sería el tema favorito del pintor: la partición geométrica del plano de la que llegó a afirmar: «es la fuente de inspiración más rica que jamás haya encontrado y muy lejos está todavía de haberse agotado».
La característica principal de Escher en sus particiones es que los motivos elegidos representan algo concreto y reconocible por todos y no solo formas geométricas.
El pintor recurre además a la idea de complementarios, contrarios y de movimientos de transición a través del plano.
Día y noche
Con la «Metamorfosis», Escher transforma el motivo mínimo, el cuadrado, en una serie de figuras creando una historia de transiciones increìbles para volver a llegar al cuadrado inicial.
Metamorfosis
Trabaja posteriormente jugando con el mundo de dos dimensiones para convertirlo en un mundo en tres dimensiones.
Más tarde, aún no satisfecho, construye la serie de paisajes imposibles donde nos presenta escaleras infinitas que siempre nos devuelve al mismos sitio y cascadas que se autoalimentan de la propia agua que cae en un imposible móvil perpetuo.
En la última fase de su obra, Escher aborda otro concepto básico matemàtico: el infinito. Encontró la inspiración en el modelo del matemático francés Enric Poincarré, que utilizando la geometría hiperbólica consigue representar la totalidad de una superficie infinita dentro de un circulo finito.
«Las leyes matemáticas existen independientemente del intelecto. Lo único que el hombre puede hacer es saber que están ahí y tomar consciencia de ellas» – M.C. Escher
«Nadie puede revelaros más de lo que reposa ya dormido e medias en el alba de nuestro conocimiento.» J. Gibran
Autora: Eva Martínez Olalla – Artista, ingeniera y fundadora de ARTivación
Bibliografía: Documentales culturales «Más por menos»- La geometría se hace Arte
Come tutta la grande arte, le fiabe divertono e insieme instruiscono; il loro spiritu particolare è che lo fanno in termini che parlano direttamente ai bambini. Nell’età in cui queste storie sono maggiormente significative per il bambino, il suo problema principale è quello di mettere un po’ di ordine nel caos interiore della sua mente per poter capirsi meglio: un preliminare necessario per il conseguimento di una certa congruenza fra le sue percezioni e il mondo esterno.
Biancanieve (Grimm) – Illustrazione di B.Lacombe
Le storie «vere» sul mondo «reale» possono fornire qualche interessante e spesso utile informazione. Ma il tipo di svolgimento di queste storie è straneo al modo di funzionare della mente dei fanciulli prepubere così come gli eventi soprannaturali della fiaba sono stranei al modo in cui l’intelletto maturo comprende il mondo.
Le storie strettamente realistiche vanno contro le esperienze interiori del bambino; egli le ascolta e forse ne percepisce qualcosa, ma non può trarne molto in fatto di significato personale trascendente il contenuto ovvio. Esse lo informano senza arricchirlo, come purtroppo è anche vero per gran parte di quanto s’impara a scuola. La conoscenza basata sui fatti giova alla personalità totale soltanto quando è transformata in «conoscenza personale». Procurare ai bambini soltanto storie realistiche sarebbe irragionevole e proficuo come procrivere soltanto le fiabe; c’è un posto importante sia per le une sia per le altre nella vita del bambino. Quando però oltre alle storie realistiche gli viene presentato in modo psicologicamente corretto un ampio repertorio di fiabe, il bambino riceve informazioni che parlano a entrambi gli aspetti della sua personalità: quello razionale e quello emotivo.
Cappuccetto rosso (Grimm) – Illustrazione di G. Dorè
Pollicino (Grimm) – Illustrazione di G. Dorè
Le fiabe contenono certi elementi quasi onirici, ma essi si avvicinano di più ai contenuti dei sogni degli adolescenti o degli adulti, non dei bambini. I sogni dei bambini sono assai semplici: desideri vengono soddisfatti e ansie ricevono forma tangibile. I sogni di un bambino possiedono un contenuto inconscio che rimane pratticamente inalterato della influenza del Io; le funzioni mentali superiori non entrano quasi nella produzione dei suoi sogni. Sopratutto prima della età scolare, il bambino deve lottare continuamente per impedire che le pressioni dei suoi desideri soverchino la sua totale personalità: una battaglia contro i poteri dell’inconscio che il più delle volte perde.
Questa battaglia, che non è mai completamente assente dalle nostre vite, rimane una battaglia interta fino all’adolescenza, anche se diventando adulti dobbiamo anche lottare con le tendenze irrazionali del superIo.
Caillou – personaggio realistico per bambini
Il bambino deve in qualche modo distanziarse del contenuto del proprio inconscio e vederlo come qualcosa di esterno a se, per poter padroneggiarlo in certo modo. Nel normale gioco, oggetti come bambole o animali giocattolo sono usati per incorporare vari aspetti della personalità del bambino che sono troppo complessi, inaccettabili e contradittori per che egli possa affrontarli. Ciò permette all’Io del bambino di ottenere un certo controllo su questi elementi, cosa che non può fare quando viene indotto o costretto dalle circostanze a riconoscerli come proiezioni dei suoi processi interiori.
Il bambino avverte quale fiaba fra le tante si adegui meglio alla sua situazione interiore nel momento (che è incapace di risolvere da solo), e avverte anche dov’è che la storia gli fornisce dei punti di appoggio per venire alle prese con un difficile problema. Ma è raro che questo venga riconosciuto immediatamente, ascoltando la fiaba per la prima volta. Certi elementi della storia sono troppo bizzarri, ed è proprio in virtù della loro stranezza che essi trovano una rispondezza in emozioni sepolte nel profondo.
Soltanto quando una fiaba viene ascoltata più volte dal bambino, e quando eggli ha tutto il tempo e la possibilità di riffletterci sopra, può profittare pienamente di quanto la storia ha da offrirgli in rapporto alla sua conoscenza di se stesso e alla sua esperienza del mondo.
Quando le fiabe vengono raccontate ai bambini a scuola o nei centri di lettura, essi sembrano affascinati. Spesso, però, ai bimbi non viene data la possibilità di meditarvi sopra o di reagire in un’altro modo, o la loro attenzione viene derottata subito verso un’altra attività, oppure si sentono raccontare una storia di diverso tipo, che diluisce o distrugge l’impressione che era stata creata di quella precedente. Se si parla coi bambini dopo un’esperienza del genere, è come se la storia non le fosse stata neppure raccontata, a giudicare dei benefici che gli ha portato. Ma quando il narratore gli dà tutto il tempo per rifflettere sulla storia, per immergersi nella atmosfera da essa creata in loro, e quando sono incoraggiati a parlarne, una successiva conversazione, una successiva conversazione rivela che la storia ha molto da offrire emotivamente e intellettualmente, almeno per alcuni dei bambini.
E poi un giorno parliamo dell’impatto dell’illustrazioni sui libri di fiabe. Ci sono diverse oppinioni in merito.
Fonte: «Il mondo incantato» – Bruno Bettelheim
Durante el workshop de esta semana en el Mimaster hemos tratado el tema de las portadas para libros. Las personas que nos han guiado han sido Antonello Silverini, ilustrador y artista e Ivan Canu, director del master, escritor e ilustrador, que también ha estado presente para darnos su opiniòn y consejos.
El tema era el libro «Matar a un ruiseñor» de Harper Lee publicado en 1960. El libro de continuación de la historia está a punto de salir en las librerías y se llama: «Go, set a watchman». La idea del briefing era realizar dos portadas relacionadas de algún modo entre ellas, teniendo en cuenta que, en la segunda novela, la protagonista vuelve veinte años después a la casa donde vivió con su padre.
A continuaciòn explico brevemente el proceso de realización de mis propuestas.
FASE 1: Bocetos e ideas
La atmosfera del libro se ambienta en la America de los años 30, Alabama, ambiente segregacionista de gran injusticia social. Un joven de color viene acusado de abuso a una menor y un abogado descubre al verdadero culpable: el padre de la jovencita. El libro nuevo trata del regreseo de la niña a su casa natal, ahora una mujer, veinte años más tarde.
En los primeros bocetos me sentí algo perdida y empecé a experimentar algunas ideas y puntos de vista. Para ello estudié algunos pintores americanos de la época, sus paisajes y sus colores. Me concentré sobretodo en Wyeth y en Hopper.
Realicé muchísimos bocetos con ideas muy diversas, aunque siempre tuve presente el tipo de estética que quería: mucha luz, calor, trigo y paisajes en amplias perspectivas. Poco a poco, con la ayuda de Antonello e Ivan me fui acercando al concepto que buscaba.
Aquí algunos de los ejemplos de mis primeros y últimos bocetos realizados:
FASE 2: Pruebas de color.
Una vez acordados los bocetos definitivos, inicié la prueba de color con tonos amarillos tostados, azules intensos en celeste, rojo fuego y rojo coral.
A continuación algunas de las pruebas de color mas representativas:
Fase 3: Elaboraciòn de las làminas a color.
Los materiales utilizados son ceras al òleo, acrílicos, lápices de color sobre carta blanca acuarelable. Aquí se pueden ver las láminas terminadas siguiendo técnicas tradicionales.
FASE 4: retoques en digital.
En esta fase entran en juego las tecnologías digitales con las que experimenté aún algunas posibilidades de color y de layout. Los resultados finales se ven a continuación:
Vorresti conoscere la cultura spagnola imparando lo spagnolo attraverso l’Arte e i Racconti in un ambiente famigliare in campagna?
Vorresti fare colazione con noi in campagna il sabato o la domenica mentre parliamo spagnolo?
Dove?: Pino Torinese (TO), vicino al Centro Sportivo Moby Dick (indirizzo verrà spedito via mail o sms ai partecipanti)
Quando?: ogni sabato e ogni domenica dalle 10:00 alle 12:00.
Quanto costa? Il prezzo corrisponde a due ore per persona e per giorno e include:
Adulti: 15 € (i bambini sotto i 12 anni accompagnati non pagano).
Bambini non accompagnati: 10€ (sconto 30% per i fratelli).
Come prenotare?:
Puoi prenotare il tuo appuntamento con noi scrivendo una mail a: evamarola@gmail.com oppure chiamando al cell: 339 6718791 (Eva)
E’ importante prenotare con almeno 2 giorni di anticipo per scegliere e organizzare le attività a seconda del numero e tipologia di assistenti (adulti/bambini).
Prossimo appuntamento Sabato 25 e Domenica 26 Aprile alle 10:00 a.m. Prenotazioni aperte fino 23 aprile sera.
NOTA 1: Se volete rimanere il week end completo, per fare turismo nella bella Torino e la sua collina, avrei anche dei posti letto a disposizione. Potete consultare i prezzi contattandomi al cellulare.
NOTA 2: Se siete interessati potete anche prenotare delle lezioni individuali di Spagnolo da Lunedì a Venerdì, al pomeriggio (dalle 18:00 in poi) a un prezzo di 15 €/ora nello stesso posto. Prenotazione al cell: 339 6718791 (Eva).
A lo largo del siglo XX, algunos pintores se han arriesgado a imaginar y hacer libros para niños (con mucha seriedad, picardia, necesidad, por amistad con el autor del texto o por distracción). En su mayorìa, estos ejemplos célebres son libros hechos a dos manos: el pintor o grabador que ilustra el texto de un poeta o un cuento popular, y el editor que hace de maestro de obra. En una exposición en Paris descubrimos un libro de formato pequeño con grabados de Marc Chagall ilustrando el cuento de Der Nister «A mayse mit a hon; dos tsigele (Cuento del gallo y del cabrito), publicado en 1917 en Vilnius y primer libro ilustrado por el pintor.
En 1921, se publicó en Zurich ‘Mitsou, historia de un gato’, un libro con cuarenta ilustraciones de Balthus y un prefacio de Rainer Maria Rilke.. Balthus inventò e ilustrò a los 13 años esta historia de un niño que pierde y encuentra a su gato.
En este sentido, uno de los trabajos más conocidos son las ilustraciones que Pierre Bonnard realizó en 1926 para «Histoires du petit pére Renaud» (Las historias del pequeño Renaud), de su amigo Leopold Chauveau.
También podemos mencionar «Il était une petite pie» (Erase una pequeña urraca) de Lise Deharme, ilustrado en 1928 por Miró para la Galería Jeanne Bucher,
y «Ko et Ko, les duex esquimaux» (Ko y Ko, los dos esquimales), de Pierre Gueguen y que Marìa Helena Vieira da Silva realiza para la misma galería.
En 1969, Sonia Delaunay, atiende al llamado de Rosellina Archinto, quien la invita a realizar 30 ejemplares de un abecedario sobre canciones de cuna, recopiladas por Jacques Damase para Emme Edizioni en Milán, Italia.
Asimismo, ciertos editores han utilizado obras de pintores para hacer libros para niños sin que los pintores participen directamente en la ediciòn del libro: este es el caso de «Trois contes pour l’anniversaire de Luis» (Tres cuentos para el cumpleaños de Luis), concebido por el pintor André Masson para su hijo en 1943.
Más recientemente, en 1970, algunas obras de David Hockney aparecieron reproducidas en pequeño formato en el libro «Six Fairy tales from the brothers Grimm», de la editorial Petersburg Press (Londres).
Otra tradición heredadad del siglo XIX es la de las «ediciones de lujo» – por ejemplo, cuando Gustav Doré ilustra cuentos fantàsticos-, tradición que implica que las ediciones conllevan una fuerte carga de trabajo bibliotecologico.
Esta tradición sigue vigente a lo largo del siglo XX en el campo de libros para niños y conoce un periodo de auge, que se inaugura cuando el gran editor-impresor Alfred Tolmer comienza a utilizar la superficie entera de la página del libro, trabajando con artistas como André Hellé, quien por aquel entonces concibe la totalidad de un libro realizado con estenciles, «Grosses bêtes et petites bêtes» (Grandes bestias y pequeños bichos).
Tolmer también trabaja con Edy-Legrand y varios artistas más. Desde hace varios años, el editor René Turc ha trabajado en la editorial grancesa Editions Grandir junto con grabadores como Elbio Mazet, en un intento por recuperar esta tradiciòn en la que el libro se da a conocer como un objeto hermoso.
Más allá de todas estas corrientes, existe un tipo específico de libro cuyo valor artístico reside justamente en su uso como libros-objetos. Este tipo de libros son muy diferentes a las ‘ediciones de lujo’, o ediciones de colección, y son fruto de la concepción del artista, quien adopta el soporte del «libro» para realizar sus obras. En ellos, texto e imágenes forman un todo, indisociable e interdependiente.
Artista inglés. Nació el 21 de agosto de 1872 en Brighton (Inglaterra).
Me han atraído siempre sus figuras largas y desproporcionadas, de piernas infinitas y de rostros entre el dulce y el macabro, entre luz y oscuridad, rozando la cordura. No me canso nunca de mirar su obra, siempre encuentro matices nuevos que estimulan a seguir mirando y descubriendo. Sus atmósferas, casi siempre en blanco y negro sobre las que a veces añade uno o más colores, resultan tan enigmáticas como sensuales y atractivas, creando siempre el misterio o la duda del estado de ánimo de sus personajes.
Su estilo de gran sensibilidad imaginativa y hedonismo así como su temática, en ocasiones macabra, le sitúan dentro del movimiento artístico europeo del fin-de-siècle. En su corta vida (su obra abarca únicamente un periodo de seis años), Beardsley se ganó la reputación de ser uno de los ilustradores ingleses más innovadores. Asistió muy poco tiempo a la Westminster School of Art de Londres. Exceptuando ese breve periodo de aprendizaje formal, fue autodidacta. A los 20 años ya recibía encargos. Su obra se caracteriza por los grandes espacios en blanco y negro, las líneas curvas muy marcadas, la rica ornamentación y el rechazo de las normas convencionales de la perspectiva y la proporción.
Sus ilustraciones participaban del estilo curvilíneo característico del Art Nouveau y de la plasmación del espacio que había observado en los grabados japoneses, lo que dio como resultado obras de gran sensualidad.
Se reconoce en su obra la influencia de los pintores prerrafaelitas, llegando a entablar relación con el pintor sir Edward Burne-Jones. La naturaleza fantástica, y en ocasiones erótica, de sus ilustraciones provocó grandes controversias sobre su trabajo.
Beardsley fue editor artístico de la famosa publicación The Yellow Book (El libro amarillo) (1894-1895) y de The Savoy (1896), donde se publicaron sus propias obras.
Ilustró La muerte de Arturo (1893-1894) de sirThomas Malory, Salomé (1894) de Oscar Wilde, The Works of Edgar Allan Poe (Obras de Edgar Allan Poe, 1894-1895), Lisístrata (1896) de Aristófanes y Volpone (1898) de Ben Jonson. También diseñó carteles y escribió obras en prosa y poesía, que se recopilaron y publicaron póstumamente con el título de Under the Hill (Bajo la colina, 1904). Víctima de la tuberculosis que padeció toda su vida, murió en Menton, Francia, a los 25 años. Su estilo característico tuvo una enorme influencia en el diseño gráfico de todo el mundo.
Leonora Carrington non è una illustratrice, ma una pittrice surrealista che scelgo anche come ispirazione per quanto riguarda la estetica delle sue opere e le forme dei suoi personaggi. Ha realizzato attraverso memorabili opere visionarie il sogno più grande della sua vita: dare consistenza a illusioni, ombre, desideri e aprire un varco nelle pieghe più oscure dell’animo umano in un continuo processo di conoscenza, cambiamento, morte e rinascita.
Nel 1939 Leonora Carrington precipita in un incubo da cui riuscirà a riemergere, per comminciare da zero, solo alcuni anni dopoo, in un’altra parte del mondo.
In Messico, dove Carrington vive per quasi 7 anni a partire del 1943, concepisce una personale visione del mondo che, attraverso una serie di appunti esoterici, inizia a trascrivere nelle sue opere. Approfondisce gli studi di alchimia, si accosta al budhismo tibetano, all’ermetismo e a la cabala ebraica: s’interessa alla psicologia junghiana ed é sopratutto atratta dal processo della metamorfosi spirituale. I suoi quadri e i suoi testi diventano elaborazione di sogni, visioni che la visitano di giorno e di notte. «Per me i sogni possegono alcune qualità che é fondamentale conoscere. Talvolta uno stesso sogno contiene messaggi che vanno a toccare punti differenti del nostro mondo interiore. Ho trovato molto interessante la definizione dell’ombra di Jung, riflesso negato dall’ego ma elemento imprescindibile per una conoscenza completa dell’essere. L’ombra può considerare il primo archetipo, la porta reale della comprensione.»
Leonora Carrington gioca a mischiare le differenti dimensioni dell’esistere, le deforma e ne stravolge con sapienza e contenuti. Un gioco che le ha permesso di accedere al mondo sotterraneo dove, dice lei, può entrare e uscire a suo piacimento.
Hace aproximadamente un año tuve una época en la que dibujaba siempre personas con rostros sin rasgos. Era una época en la que retomé la pintura sobre tela después de varios años sin practicar y pintaba casi siempre en dimensiones media y grande. He de decir que era una época de grandes cambios en mi vida, dentro y fuera de mí. Un día me puse a investigar sobre el posible significado de mis personajes sin rostro. Parece que podría ser un indicador de vergüenza por algo que le impide al sujeto dar la cara a la sociedad, por lo que evita toda relación o compromiso social. Se evade para mantenerse libre de problemas o acusaciones, para protegerse de cualquier hostilidad hacia su persona (complejo de culpabilidad profunda). Síntoma de apocamiento, timidez; conducta retraída, cautelosa y reservada; falta de seguridad en sí mismo; tendencias a avergonzarse, tendencia a aterrorizarse fácilmente, a apartarse de las circunstancias difíciles y peligrosas. Después de leer todo esto quedé un tanto turbada, aunque parte de razón llevaba, por lo menos en mi caso. Volver a retomar los pinceles después de algunos años y a mi edad, no fue fácil… Quise seguir investigando sobre el tema y empecé a analizar algunas de las obras de De Chirico, también con personajes de rostros sin rasgos.
De Chirico en 1914 introduce un elemento competitivo que será determinante para su obra plástica: el maniquí (El filósofo y el poeta). Ya en esta obra comienza a utilizar el maniquí como signo humano: solo que revela al hombre sin rostro, ni sentidos, transformando sus características físicas para denunciar aquel vacío psíquico de la condición humana en la era tecnológica que, de alguna manera, percibía y le atormentaba. Sigue utilizando los maniquíes como personajes mecánicos, ciegos, mudos y sordos. Son personajes que no tienen vida interior, construidos con escuadras, reglas y triángulos (Héctor y Andrómaca). en su obra «Il ritornante», el hombre es un ser cosificado que ha perdido el humanismo y ha degenerado en el vacío existencial.
«Les chants de la mi mort» (Alberto Savinio) es otro ejemplo donde el protagonista es el hombre sin rostro. De ahí la utilización del maniquí como significante del proceso mediante el cual la máquina rige la sociedad moderna, en la que el hombre sufre una transformación mimética al convertirse también él en máquina y perder el sentido humano de su propia existencia.
Eva Martínez Olalla – «Sogni e altre storie immaginate». Feb. 2015